
Il comparto della logistica e dei trasporti vale annualmente circa 135 miliardi di euro e rappresenta uno dei settori chiave dell’economia italiana, con un’incidenza dell’8,2% sul PIL nazionale.
Dopo la forte crescita registrata nel corso della pandemia, la logistica sembrava essersi avviata verso una progressiva stabilizzazione.
Tuttavia il corrente anno si sta rivelando piuttosto complesso principalmente, ma non solo, a seguito di un quadro internazionale fortemente incerto. Ciò evidenzia la fragilità delle catene di approvvigionamento ed impone all’intero settore di ripensare le proprie strategie, allo scopo di gestire quotidianamente le sempre più frequenti interruzioni della supply chain.
Il cosiddetto «Liberation Day» ha provocato un aumento del 22% del prezzo spot per chilogrammo delle merci trasportate per via aerea dall’Europa agli Stati Uniti, con conseguenze negative sull’intera filiera logistica.
L’Italia si trova al centro del cosiddetto “Mediterraneo Allargato” e pertanto risente anche dell’influenza delle due guerre attualmente in corso ai confini dell’Europa, tra Iran ed Israele e fra Ucraina e Russia, entrambe in grado di compromettere le rotte commerciali mondiali e far lievitare i costi di trasporto.
La minaccia iraniana di minare lo Stretto di Hormuz, via d’accesso al Golfo Persico, può avere ripercussioni immediate sulle catene di approvvigionamento. Secondo il centro studi di Unimpresa, l’aumento dei carburanti legato alla crisi mediorientale potrebbe costare annualmente fino a 300.000 Euro per una flotta media di 50 camion.
Anche il conflitto fra Russia e Ucraina ha avuto notevoli ripercussioni sul settore dei trasporti, determinando un sensibile aumento del prezzo del petrolio. Inoltre a causa dell’embargo dei prodotti provenienti dalla Russia, sono state bloccate numerose rotte marittime commerciali.
Parallelamente l’Arabia Saudita ha rafforzato il suo ruolo di hub logistico globale con un nuovo corridoio nel Mar Rosso e un piano di investimenti in Africa da 25 miliardi di dollari.
Infine anche nel 2025 si riconferma il continuo aumento di fenomeni naturali di ampia portata, come inondazioni, cataclismi ed eruzioni vulcaniche, registrati in ogni parte del mondo e colpevoli di provocare importanti interruzioni delle catene di approvvigionamento.
Purtroppo le difficoltà del settore logistico non finiscono qui: alle contingenze esterne si sommano anche le complessità che da diverso tempo caratterizzano il comparto.
Anche quest’anno infatti la disponibilità di nuovi autisti qualificati sarà estremamente limitata, così come quella dei responsabili e del personale operativo nelle spedizioni. Da questo punto di vista l’Intelligenza Artificiale (IA) non rappresenta ad oggi uno strumento valido per alleggerire significativamente il carico di lavoro del personale e/o compensare eventuali carenze di manodopera.
Pertanto, alla luce dell’instabilità geopolitica e delle dinamiche interne al comparto, le interruzioni della supply chain rappresenteranno ancora un tema cruciale per tutto il corso dell’anno.
Tuttavia, nonostante la difficile congiuntura, gli operatori logistici mostrano un forte ottimismo. Infatti la domanda di trasporto e le relative tariffe sono in aumento, e nel frattempo la filiera si sta riorganizzando per gestire al meglio l’incertezza, grazie all’adozione di nuove strategie atte a favorire la resilienza delle catene di fornitura.
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