Image for Quick Commerce: luci ed ombre delle consegne express

Il 68% dei consumatori afferma che la consegna rapida sia uno dei maggiori incentivi all’acquisto. Da tale evidenza nasce un nuovo modello di business, denominato Quick Commerce o Q-Commerce.

Si tratta di un servizio digitale, basato sulla centralità della consegna ultraveloce dei prodotti (in media entro 30 minuti). Pertanto rappresenta uno dei trend più impattanti e discussi nel mondo dell’e-commerce.

Per garantire la rapidità del servizio infatti, è necessario adeguare l’intera catena di approvvigionamento e l’organizzazione logistica. Ciò è possibile attraverso un’infrastruttura di dark store, ovvero magazzini last mile dislocati nei punti nevralgici della città. Questi ultimi sono in grado di operare h24 tutto l’anno, senza aperture al pubblico e con l’ausilio di sistemi automatizzati, per favorire una consistente riduzione delle tempistiche di consegna.

Inoltre i dark store aumentano l’efficienza della supply chain, grazie all’ottimizzazione del picking e alla specializzazione dell’assortimento.

L’adozione del Quick Commerce può offrire alle imprese diversi vantaggi, come la flessibilità, la differenziazione e l’ampliamento del mercato di riferimento.

Tuttavia, se durante la pandemia il Q-Commerce ha raccolto un flusso significativo di finanziamenti, in seguito al ritorno dei consumatori alla normalità e all’aumento dei tassi di interesse, questo business ha vissuto fortune alterne.

Infatti, per garantire una certa redditività, tale modello richiede un’alta densità di magazzini e una notevole efficienza logistica. Ma la principale difficoltà per gli operatori del settore è data dalla scalabilità del servizio: all’aumentare degli ordini, crescono esponenzialmente anche i costi fissi di trasporto e del personale.

Inoltre le piattaforme di delivery devono offrire un ampio assortimento di categorie merceologiche, con ulteriore aumento dei costi. La forte concorrenza ha anche determinato una guerra dei prezzi, erodendo ulteriormente i margini. Infine crescono i dubbi circa la sostenibilità ambientale del Quick Commerce e le preoccupazioni per le condizioni di lavoro dei rider.

A fronte di tali difficoltà diversi player hanno abbandonato il Belpaese, dove la penetrazione rimane inferiore rispetto alla media europea, per concentrarsi su mercati più promettenti come Regno Unito, Germania e Stati Uniti. Per la maggior parte degli Italiani infatti la consegna last minute non è essenziale, perché tendono a pianificare la spesa con anticipo ed evitare sovrapprezzi. Ciononostante le statistiche indicano che 5,3 milioni di consumatori in Italia utilizzeranno servizi di Q-Commerce entro il 2028.

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